Nel periodo in cui Jack
entrava nell’adolescenza, più o meno nei tardi anni 80’, non c’erano in
circolazione così tante band rock’n roll. La musica stava cambiando tantissimo,
la tecnologia stava prendendo il sopravvento. La tecnologia era una grossa distrazione
per tutti. La gente iniziava a passare settimane a cercare di ottenere il suono
perfetto del rullante o un “gated reverb” così manipolato che non aveva più
nulla di autentico. La tecnologia non fa nulla per la creatività. Sì ti rende
le cose più facili, e puoi tornare a casa prima ma non ti rende una persona
più creativa. Jack era il più piccolo di
dieci fratelli. Quando sei in una famiglia con dieci bambini devi condividere
tutto, sempre. I vestiti usati, i giocattoli usati, lotte per il cibo. Competizione
forzata. Alcuni suoi fratelli erano musicisti, basso , tastiere , chitarre. La
batteria lo aveva preso un sacco : “mettevo i vari dischi come base e la
suonavo”. Quei ritmi gli sono entrati dentro molto presto: “Avevo una cameretta che era tipo due metri
per due, era molto piccola. C’erano un sacco di cianfrusaglie che avevo
raccolto. Lì dentro c’erano due batterie, un amplificatore per chitarra, un
registratore a nastro e nessun letto. Dormivo su un pezzo di tappeto di
gommapiuma in un angolo, vicino la porta. "Inizi anni 90 , Detroit, Mexicantown. Era da sfigati suonare la chitarra.
Suonare uno strumento era probabilmente l’idea più imbarazzante che potesse
venirti. Hip-hop e musica House, questo era quello che volevano sentire tutti.
Dj e rapper. Era da sfigati suonare un vero strumento. Non c’erano negozi di
dischi, né di chitarre. A nessuno piaceva il rock’n roll o il blues. Jack era
apprendista in una tappezzeria. Brian Muldoon era il maestro tappezziere. Brian
suonava la batteria, perciò Jack decise: “suonerò la chitarra”. Quando il
lavoro era finito, si spostavano le poltrone, si attaccavano gli strumenti e
si suonava nel negozio. Brian gli fece scoprire il punk, i Velvet Underground, i Cramps. Erano una specie di band. Fecero anche un disco, si chiamava “the
Upholsterers “, i tappezzieri. The Flat Duo Jets , un duo del Nord Carolina.
Chitarra, batteria e voce, proprio come Jack e Meg. Jack li vide suonare e
rimase scioccato. Non c’era niente sul palco, niente, solo un piccolo amplificatore
da 10 watt e una chitarra Silverstone. Andavano in quella che al tempo avrebbe
definito una direzione contraria. Dovette rivedere il suo concetto di
contrario. Gli diete un ispirazione tutta nuova riguardo alla chitarra. Iniziò
a suonare chitarre molto vecchie, chitarre di plastica. Se vuoi la vita facile,
compri una Les Paul o una Stratocaster. La chitarra che ho suonato più dal vivo
per tutti i dieci anni nei White Stripes
è un pezzo di plastica cavo comprata ai grandi magazzini : dev’essere
una lotta, “fai a botte con lei e vinci”.
Cominciò così a cercare un modo per farla franca, cercando di non creare una sorta di band blues di ragazzini bianchi. Quando vide Meg pensò subito: “Se la metto alla batteria magari succede qualcosa di interessante”. “Suonava come un incrocio tra un cavernicolo e una bambina”. Costruirono tutto intorno a Meg. Videro una busta di lecca-lecca : “quello dovrebbe stare sulla tua cassa , dovremmo dipingercelo sopra”. Trovarono una chitarra rossa, che insieme ai lecca-lecca dettarono l’estetica della band, un incubo cromatico che li rappresentava in modo infantile , quasi come personaggi dei cartoni animati. Tanti diversivi per tenere lontana la gente da quello che realmente stava succedendo, cioè che stavano solamente cercando di suonare un vecchio Blues distorto e rabbioso. Sentendo i loro album si percepisce che la loro “missione” è quella di riportare il rock’n roll più feroce ed essenziale all’attenzione di un pubblico che potrebbe aver dimenticato la cruda semplicità di questa musica: “Quando scavi sempre più in profondità nel rock ti ritrovi magicamente su un treno merci che va dritto verso il blues”.
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