Grazie al "Settembre In Festa" organizzato dall’Associazione pugliese Infestazioni Soniche, abbiamo avuto modo di ascoltare e poi conoscere il collettivo Indubstry. Lo spettacolo che propongono è un percorso musicale in crescendo, tra sonorità tutte rigorosamente in levare: dai lenti bpm del roots reggae e del dub, gli Indubstry arrivano a salutare il pubblico sulle ritmiche frenetiche ed i suoni elettronici della drum’n’bass, grazie ad un gruppo che si avvale di cinque validi musicisti. Siamo rimasti molto colpiti dagli Indubstry e, pertanto, vi riportiamo la nostra chiacchierata con il frontman del gruppo
Filippo D’Avanzo.
Filippo D’Avanzo.
a cura di FILIPPO D'ERRICO
e la collaborazione di GRAZIANO KOHLSTETTER
e ANTONELLO PARIGINO
e ANTONELLO PARIGINO
Photo: Mey-Lin Aellen |
Photo: Mey-Lin Aellen |
Junks
- Quando nasce il progetto Indubstry e in cosa vi unisce?
Filippo
- Indubstry è un progetto che nasce nel 2010; prima
di questa data, eravamo conosciuti come Dub All Sense.
Abbiamo cominciato in Campania, con
una serie di live grazie ai quali
abbiamo potuto dare sfogo a tutta la
nostra carica. Ovviamente la chiave di lettura del nostro progetto è
il fatto di esser tutti accomunati dall’amore per la musica reggae,
roots e dub con una forte propensione per l’elettronica. Penso
abbiate potuto già constatarlo da soli!
(ride).
Junks
- Siamo rimasti incantati dal vostro live. Quali sono le alchimie che
permettono alla vostra musica di entrare
nel cuore delle persone?
Photo: Mey-Lin Aellen |
Filippo
- Innanzitutto vorrei dire che il nostro background musicale ci vede
tutti impegnati nella musica da molto tempo: questo ci permette di
avere una grande sicurezza sul palco, cosa che
il pubblico avverte immediatamente. Inoltre, nonostante la
nostra formazione sia Dub/Roots, non abbiamo un Dub master nel
gruppo, questo perchè ci divertiamo in presa diretta, direttamente
attraverso i nostri strumenti a creare quegli effetti caratteristici
di questo genere da noi tanto amato.
Junks
- Ci piacerebbe ora parlare del vostro prossimo album Push.
Quanto tempo vi è costato? E quali sono i vostri propositi a
riguardo?
Filippo
- Per quel che riguarda Push, c’è da dire che è pronto
ormai da febbraio/marzo, attualmente lo stiamo diffondendo unicamente
live e il riscontro che abbiamo è più che positivo. Il disco
racchiude tutta l’esperienza maturata in questi anni e, pertanto,
ne siamo davvero entusiasti, non vediamo
davvero l’ora che arrivi il momento del lancio ufficiale, che è
previsto per la fine di ottobre. Ad
anticiparlo, però, ci sarà un singolo estratto, con videoclip
annesso, disponibile già da metà ottobre. Tra le collaborazioni
possiamo svelarvi quella con Marcello Coleman degli Almamegretta,
gruppo fondamentale nel panorama reggae underground campano e non
solo.
Junks
- Parlando di collaborazioni, nel disco
sappiamo che c’è anche un altro importante nome del panorama dub
nazionale, che ha avuto il compito di chiudere alla perfezione il
vostro lavoro. Parliamo ovviamente del grande Madaski. Raccontateci
un po’ questa vostra esperienza.
Photo: Mey-Lin Aellen |
Filippo
- Per quanto riguarda il lavoro di missaggio con Madaski, abbiamo
avuto l’opportunità di raggiungerlo a Pinerolo, nell’ormai noto
Dub the Demon Studio. È una persona affabilissima ed elastica, con
la quale avevo già lavorato in passato e che ha saputo cogliere
quello che principalmente è il nostro carattere per imprimerlo
definitivamente nel lavoro di chiusura di questo disco, assieme al
fonico Mauro Tavella. Abbiamo trascorso 10 giorni lì con loro,
passati davvero troppo in fretta!
Vorremmo
inoltre precisare che il lavoro di registrazione è avvenuto allo
Scere Aram Studio di Luigi Esposito, che salutiamo calorosamente.
Junks
- Siamo al termine della nostra intervista. Prima di lasciarci, ci
farebbe piacere conoscere i vostri prossimi obiettivi ed i vostri
impegni come Indubstry.
Filippo
- La nostra prossima data sarà a Nola, in Campania... E sì!
Giocheremo in casa! (ride). Ma poi saliremo su nel milanese per una
serie di date in giro per il nord, con un unico grande proposito:
quello di girare il più possibile per far conoscere la nostra
energia e la nostra musica. Per questo, intanto, ci sentiamo di
salutare calorosamente Vieste e la Puglia intera, che dimostra sempre
più quanto il reggae abbia affondato le sue radici in essa, al pari
dei vostri ulivi secolari. Grazie per il vostro calore
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