Bologna, Italia, 2011: il Confusional Quartet torna in vita. Per qualche motivo il meccanismo che regola il loro fare musica è rimasto intatto dentro di loro. Escono brani nuovi, nuovi progetti, cresce forte la sensazione di un’esperienza unica.Umanamente, perché vissuta da una prospettiva storica trentennale. Musicalmente, perché il nuovo materiale è energico e raccoglie da subito l’entusiasmo di artisti come Bob Rifo AKA The Bloody Beetroots, con il quale scrivono assieme il singolo Futurfunk (Rifo nasceva nel ’77, proprio mentre I CQ si stavano formando), Giulio “Ragno” Favero (Teatro degli Orrori, One Dimensional Man) che mixa l’album. Culturalmente, perché il Confusional Quartet si ritrova davanti un panorama italiano musicale e culturale piuttosto appiattito e inebetito, dove il livello di proposta e ricezione culturale si è abbattuto e dove la “velocità futurista” è stata mal interpretata e disattesa in nome di un progresso sbagliato. Ma il Confusional Quartet di oggi è una nuova band: la musica non più colorata e di plastica, si è fatta più compatta, meno ironica e autoreferenziale dai contrasti più netti. Le foto dei CQ da ragazzini sono in B/N sopra la fontana del Nettuno in Piazza Maggiore a Bologna: le foto dei CQ oggi sono in B/N davanti all’anonima sede bolognese del Grande Oriente d’Italia. Non è più il Confusional Quartet postmoderno vestito da Kenzo delle foto memorabila in internet, ora il suono è più duro, anche se sempre fuori dagli schemi. Basso, batteria, chitarra e tastiere. Non c’è (non c’è mai stato) un cantante e non ci sono testi nè parole. Ci sono idee, tensione.Il territorio dei Confusional Quartet è sempre stato il territorio della “possibilità”. La possibilità di esprimersi comunicando con rigore energia e libertà.Ora Confusional Quartet è anche storia e cultura con cui è possibile confrontarsi.
Maggiori informazioni: www.confusionalquartet.com
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