martedì 30 ottobre 2012

NEW RELEASE: TELESPLASH - Motel Paradiso


E’ arrivato il momento: qui la parole d’ordine è divertimento, né più né meno. Di quello estivo e quasi adolescenziale, quando all’orizzonte pare non profilarsi mai nulla che possa destare preoccupazione. Le nuvole non appartengono al mondo dei Telesplash, sebbene ogni tanto le atmosfere tendano a scurirsi. È solo un attimo però, perché “Motel Paradiso”, secondo album della band aretina, è concepito per risollevare l’umore e ridare un senso al termine pop nella sua accezione più pura ed innocente. Un bell’obiettivo, coerente prosecuzione di un cammino iniziato nel 2006, quando Marco Rossi, Ettore Cencini, Guglielmo Calafiore e Salvatore Cauteruccio hanno dato vita alla band. Il debutto risale a tre anni dopo e all’incontro con Forears, label indipendente che crede nei Telesplash e pubblica l’EP “Forever Together”, biglietto da visita fatto di brani in inglese solari e leggeri. Nel 2010 arriva la svolta in italiano e nasce l’esordio sulla lunga distanza “Bar Milano”, prodotto da Daniele Landi (anche patron della label), che raccoglie il plauso della critica per credibilità di un pop dichiaratamente di “provincia”, tra immaginario retrò e sana passione per le proprie radici.
E arriviamo così finalmente al nuovo “Motel Paradiso”, ancora una volta lavoro schietto e capace di intrattenere con leggerezza, a questo giro arricchito da arrangiamenti più complessi e raffinati – grazie anche all’inserimento di una sezione di ottoni, tastiere e percussioni – e baciato da una cura di particolare gusto su cori e seconde voci. Le vibrazioni positive di un brano come l’iniziale “Affogare” portano alla mente le pagine migliori degli Spearhead di Michael Franti (e, perché no, anche qualche eco jovanottiano, un altro che di pop se ne intende), mentre “L’eclissi solare” non fa mistero di citare gli amatissimi Beatles (il riff di chitarra è un omaggio spudorato ai baronetti di Liverpool), maestri assoluti quando si tratta di musica popolare. E se da un lato la scelta di cantare in italiano è un modo sincero ed efficace di ricongiungersi alle proprie radici culturali – non solo quelle eternamente celebrate come il Battisti più frizzante o i primi Baustelle, ma pure gli echi del miglior Sergio Caputo come per esempio proprio nella title track- dall’altro i punti di riferimento restano anche e comunque quelli del pop britannico di ottima fattura (“Solo tuo”). E allora a ben vedere, pezzi come “Senza volere” o la finale “Il Muro” ci riportano alla mente, esclusa la matrice sociale dei testi, certe melodie e soluzioni care agli Housemartins (e al progetto successivo del cantante Paul Heaton, i Beautiful South), o a quelle più umbratili degli scozzesi Belle & Sebastian. Indie pop lo chiamano da quelle parti (pure qui da noi, vedi Perturbazione, un altro nome che potrebbe servire come timido metro di paragone) e i Telesplash sono sulla strada giusta per offrirne una credibile versione personale. Basta un breve soggiorno al Motel Paradiso per rendersene conto.

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